ATELIER ARTISTICO DI ALFONSO LETO
La pittura nell’equilibrio continuo tra concetto e stile
Artista stefanese, attraverso il suo atelier e la sua storia racconta un percorso che attraversa non solo la sua attività, ma anche la storia e l’evoluzione degli artisti stefanesi e del loro rapporto con il territorio.
LA STORIA
– CUSTODE DI STORIA –
ALFONSO LETO
Alfonso Leto, artista stefanese in costante evoluzione e ricerca espressiva, nel suo racconto ripercorre le principali tappe della sua attività artistica, del suo legame con il territorio e del significato di restanza da lui messo in pratica. Attento alla promozione dell’arte del e nel suo territorio, narra anche la storia e l’evoluzione dell’arte stefanese.
IL LUOGO
Gli esordi dell’attività artistica di Alfonso Leto sono riconducibili, fin dalla fine degli anni ’70, a Palermo, in quella particolare stagione creativa che riunisce alcuni giovani artisti attorno ad intellettuali quali Gaetano Testa, Michele Perriera, Francesco Carbone, Toti Garraffa, traendone significativi stimoli formativi. Il suo lavoro, dopo aver assunto e rielaborato lo spirito della Transavanguardia, si evolve assumendo forme sempre nuove che privilegiano la pittura nell’equilibrio continuo tra concetto e stile.
L’artista spiega la scelta localizzativa del suo atelier con queste parole «luogo molto adatto anche a socializzare il lavoro all’esterno», descrivendo così quel rapporto di continuità tra i luoghi più intimi di ispirazione e produzione artistica e il mondo esterno a cui l’arte stessa è rivolta. La scelta della localizzazione dell’atelier in alcuni degli spazi abitativi è, per lui, un modo per non porre interruzioni tra il “fare artistico” e consente una fluidità dei tempi e dei modi di lavoro, che rendono proficua qualunque ora del giorno e della notte.
L’atelier rispecchia la poetica dell’autore in continuo mutamento, con ambienti, articolati e vitali, che attraversano stadi di metamorfosi come le opere d’arte.