La sorgente Capo Favara è la “fonte primitiva” che ha dato vita al primo nucleo insediativo del comune di Santo Stefano Quisquina.
LA STORIA
– CUSTODE DI STORIA – SALVATORE PRESTI
Salvatore Presti, già Sindaco di Santo Stefano Quisquina, fondatore dell’Associazione Via delle Rondini e curatore del volume “La controversia per l’acqua a Capo-Favara tra il comune di Santo Stefano Quisquina e Ferrovie dello Stato” (2022, Edizione delle rondini), in un racconto tra memoria e prospettive di futuro ci guida nella scoperta/riscoperta della risorsa “acqua” del territorio stefanese, identità collettiva da preservare, tramandare e innovare. L’acqua che sgorga dalla sorgente, alimenta la terra, riaffiora nelle strade attraverso fontanelle e bevai, fa riaffiorare le storie delle lotte di resistenza e alimenta desiderio di valorizzazione, innovazione e restanza.
IL LUOGO
La sorgente Capo Favara è la sorgente attorno alla quale, durante il regno di Federico II D’Aragona, si è insediato il primo centro abitato di Santo Stefano Quisquina. Oggi Capo Favara non è più la principale fonte di approvvigionamento idrico del Comune in quanto raggiunge soltanto una portata di circa 20 litri al secondo nei mesi invernali. Il Comune è principalmente alimentato dal Pozzo Prisa, ubicato a valle e alimentato dal Gruppo Sorgenti Innamorata 1 e Innamorata 2 (utilizzate dal Consorzio Acquedotto Tre Sorgenti).